"Firma e ridammi la penna!" |
L'FBI CHE TENTÓ DI ARRUOLARE L'OLIGARCA RUSSO OLEG DERIPASKA
Beh, proprio i film di spionaggio: secondo il New York Times l'Fbi ha tentato per due anni (senza riuscirci, va detto) di arruolare come informatore Oleg Deripaska, oligarca russo dell'alluminio che, pur essendo fedelissimo di Putin, ogni tanto inciampa da qualche parte: mesi fa una escort dichiarò di averlo sentito confabulare col vice-primo ministro Prikhodko sui piani per influenzare le elezioni Usa (il noto Russiagate). Incauto, come minimo. E gran pasticcione. Di Deripaska rimane indimenticabile l'aneddoto (accadde nel 2009) della famosa "penna tirata in faccia da Putin": in una delle fabbriche di Deripaska, nella città di Pikaljovo era in corso uno sciopero degli operai che non ricevendo lo stipendio da mesi, avevano organizzato blocchi stradali. Putin, appena saputo, aveva chiesto di preparare l'elicottero per recarsi urgentemente sul posto. Tranquillizzò gli operai, chiamò al tavolo gli amministratori e lo stesso Derpaska intorno a un tavolo e gli intimò di firmare il documento che sbloccava gli stupendi. La penna gliela diede lui (e se la riprese con rabbia dopo la firma). Non è chiaro se gliela tirò veramente in faccia (e se lo prese veramente) ma Deripaska certamente avrebbe voluto sotterrarsi in quei momenti sotto qualche lastra del suo alluminio prodotto. Leggenda o meno, ora l'articolo del NYT, come individuando nell'oligarca una specie di anello debole, butta là il sospetto-Fbi. Sarà vero o soltanto strategia da neo-Guerra fredda (per mettere uno contro l'altro)? Altro che penna in faccia, nel primo caso
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