BESLAN E L'ORRORE CHE NEPPURE IL COLONNELLO KURTZ AVREBBE POTUTO IMMAGINARE

L'incredibile infinito mosaico che fu la strage di Beslan, non è stato ancora ricostruito definitivamente. Ovviamente ognuna delle parti fornisce la propria versione (i comitati che accusano Putin di avere dato il via all'attacco mettendo a repentaglio la vita degli ostaggi, la stampa più vicina al Cremlino che nega tutto questo e in ogni caso va detto che la verità dei fatti non è stata ancora definita in maniera convincente). Gli enormi, fatali sbagli nell'organizzazione dell'emergenza (mentre già cominciava ad andare a fuoco una parte della scuola, arrivò un mezzo dei pompieri soltanto dopo due ore e con i serbatoi dell'acqua vuoti ma anche l'incredibile negligenza di non circoscrivere da subito l'area da parte delle autorità, così che i parenti degli ostaggi poterono avvicinarsi armati nella zona dell'assedio, alimentando la tragica confusione: secondo testimonianze, spararono anche i civili) e, a parte il dettaglio orrorifico della musica dei Rammstein che i sequestratori ascoltavano dalle cuffiette durante l'azione e l'uso di eroina almeno da parte di 21 dei 32 del commando, le violenze sessuali sulle adolescenti, le terroriste che si facevano esplodere vicino ai bambini per ucciderne il più possibile (magari dopo averli convinti, con fare materno, che non avrebbero avuto nulla da temere), il sangue delle prime vittime fatto pulire ai bambini, beh oltre tutto questo orrore di cui nemmeno il colonnello Kurz avrebbe potuto avere contezza ("l'orrore l'orrore", ripetuto in "Apocalipse now"), c'è anche il fatto che quella strage potebbe non aver avuto una dimensione, come dire?, locale. Si parlò di logistica organizzativa con al-Qaeda, furono trovati, tra i sequestratori morti, due inglesi-algerini (un po' come oggi con l'Isis), si parlò di persone che parlavano in arabo e forse collegamenti con l'Arabia Saudita. Tra i personaggi di quel teatro tragico e assurdo ci fu pure posto per "Fantomas", la guardia del corpo slava del leader jihadista ceceno, Shamil Basaev che per lungo tempo si accollò la paternità di quell'azione. Anche "Fantomas" perì quel giorno a Beslan. Oggi, 3 settembre 2018, a quattordici anni esatti dalla strage, il presidente Putin ha deciso di non andare, di non partecipare ad alcuna commemorazione di quel giorno. Le madri di Beslan del comitato "La voce di Beslan" hanno raccontato di aver ricordato a parte quei loro cari, seguite a distanza ravvicinata da un gruppo di sconosciuti giovani palestrati che le hanno seguite, controllate e pedinate fin nel cimitero.
, fino a casa.

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